India e Pakistan possiedono entrambi armi nucleari. Mentre formalmente l’India ha una politica di No-First-Use (recentemente messa in forse dal ministro della difesa del Governo Modi – si veda ad es. https://idsa.in/idsacomments/indias-no-first-use-nuclear-doctrine-rajiv-nayan-160919), il Pakistan, che ha una significativa inferiorita’ convenzionale nei confronti dell’India, dichiara chiaramente di voler rispondere ad un eventuale massiccio attacco convenzionale con l’uso di armi nucleari tattiche. E’ chiaro che l’India di fronte ad un uso di armi nucleari contro le proprie forze o contro il territorio da essa controllato (sia esso territorio propriamente indiano o territorio pakistano occupato) risponderebbe a sua volta con armi nucleari e questo causerebbe la distruzione di un vasto territorio e la morte di decine di milioni (o, piu’ probabilmente, di centinaia di milioni) di persone. Con questa strategia il Pakistan conta ovviamente di dissuadere ogni significativo attacco convenzionale indiano. In questo la strategia pakistana ricorda quella della NATO dei tempi della guerra fredda. Ci sono tuttavia elementi, come l’ostilita’ di base tra India e Pakistan (e tra Hindu e Mussulmani), che fanno pensare ad un rischio di conflitto per diversi aspetti piu’ profondo del rischio di conflitto nel teatro europeo ai tempi della Guerra fredda.
Su questo ritorneremo brevemente parlando di rischi di conflitto nucleare legati ad attivita’ terroristiche.