La fine della guerra fredda ha certamente diminuito i rischi di un conflitto nucleare globale determinato da uno scambio nucleare tra USA e Russia. Tuttavia il numero di testate nucleari presenti sul pianeta e’ tuttora molto elevato (circa 12500) come abbiamo visto prima. La maggioranza di queste testate nucleari (circa 11100) e’ ancora in possesso delle due superpotenze.
Fino alla fine della guerra fredda i paesi nucleari erano USA, URSS, UK, Francia, Cina, Israele e Sud Africa. Alla fine della guerra fredda il Sud Africa ha smantellato le proprie testate (6 pronte + 1 in costruzione) e ha aderito al NPT come paese non nucleare[1], ma al novero dei paesi nucleari si sono poi aggiunti India (1998), Pakistan (1998) e Corea del Nord (2006).
Parlando di rischi di un possibile uso delle armi nucleari, possiamo fare diverse osservazioni che evidenziano le possibilita’ concrete di un rischio nucleare.
[1] Il Sud Africa e’ l’unico paese che ha smantellato le proprie testate nucleari (in corrispondenza alla cessazione del regime dell’apartheid). Il Sud Africa aveva costruito 6 testate di tipo gun-assembly con HEU (Uranio altamente arricchito). Il contenuto di HEU era in media di circa 55 Kg per bomba e la potenza esplosiva di ogni bomba era di 10-18 Kt. Le bombe dovevano essere lanciate da aerei bombardieri tipo Buccaneer
(http://www.nti.org/analysis/articles/south-africa-nuclear-disarmament).
Nella decisione del Sud Africa di smantellare le armi nucleari si puo’ anche leggere il desiderio della minoranza bianca di non lasciare le armi nucleari in mano al nuovo governo del dopo-apartheid. Come mi ha detto un esperto sud-africano “le decisioni giuste prese per motivazioni sbagliate, restano comunque giuste”. Ricordiamo infine il passato di collaborazione nucleare (militare) tra Sud Africa e Israele (ad es. il gia’ citato episodio Vela menzionato nella prima parte di queste note).