La crisi di Cuba

Intervista al Prof. Paolo Cotta-Ramusino – LA CRISI DI CUBA

Prima della costruzione degli ICBM (Intercontinental Ballistic Missiles) cioe’ di missili balistici intercontinentali in grado di raggiungere direttamente l’URSS dagli Stati Uniti e viceversa, le due superpotenze avevano la possibilita’ di utilizzare missili balistici a medio raggio d’azione collocati pero’ nelle relative vicinanze del territorio nemico.  Il primo ICBM Americano fu il missile Atlas che venne installato per la prima volta il 31 Ottobre 1959.   

Intanto nel 1956 la NATO aveva accettato la proposta di installare missili americani a medio raggio d’azione (1000-5500 Km) sul territorio europeo.

Il 10 Agosto 1959 si inizio’ l’operazione Deep Rock per l’installazione di 30 missili Jupiter in Italia nella zona di Gioia del Colle (con testate di potenza superiore al megaton e piu’ precisamente di Mt 1,44)

L’area di Gioa del Colle (D.C.I.)

Il 28 Ottobre 1959 gli USA e la Turchia si accordarono per l’installazione di 15 missili nucleari Jupiter a medio raggio d’azione sul territorio turco.I missili Jupiter installati in Italia e Turchia divennero operativi nel 1961 e vennero poi ritirati nel 1963 (a seguito della Crisi di Cuba).   Una foto del missile Jupiter e’ riportata qui sotto.

Missile Jupiter (D.P.)

Contemporaneamente gli Americani installarono in Gran Bretagna i missili a raggio intermedio Thor (con raggio d’azione massimo di 2400 Km) (1958-1963). 

Come risposta all’installazione di missili a raggio intermedio in Europa e a seguito dell’avvicinamento politico di Cuba all’URSS, i Sovietici programmarono di installare a Cuba missili nucleari.  Lo scopo dell’installazione di questi missili era anche quello di dare un chiaro messaggio agli Stati Uniti, in modo che, dopo il fallimento dell’operazione alla Baia dei Porci (17 Aprile 1961), non ci fossero piu’ tentativi americani, o sostenuti dagli Americani, di rimuovere Fidel Castro. Nel 1962 con l’operazione Anadyr iSovietici cominciarono ad installare a Cuba missili a medio/corto raggio d’azione e a trasferire truppe sull’isola.

Gli Americani instaurano il 22 Ottobre 1962 un blocco navale su Cuba.

Una dettagliata cronistoria della crisi dei missile a Cuba e’ riportata ad esempio in

https://www.atomicarchive.com/history/cuban-missile-crisis/timeline.html

https://en.wikipedia.org/wiki/Cuban_Missile_Crisis

I giorni piu’ critici della crisi di Cuba sono i famosi 13 giorni dal 16 Ottobre al 28 Ottobre 1962. (si veda anche il libro Thirteen Days di Robert Kennedy).

Una lettura attenta del resoconto dell’allora Segretario alla Difesa Robert S. McNamara fatta 40 anni dopo (http://www.armscontrol.org/act/2002_11/cubanmissile) e’ un requisito essenziale per questo corso.

Intervista al Prof. Paolo Cotta-Ramusino – IL SEGRETARIO ALLA DIFESA R. MCNAMARA

All’inizio non c’era la certezza che I Sovietici avessero installato i missili a Cuba e che le testate nucleari fossero arrivate a Cuba prima del blocco navale. I missili sovietici furono individuati dagli aerei spia americani U2 mentre la certezza che le bombe nucleari fossero gia’ a Cuba, al momento del blocco navale, venne solo nel 1992. I Sovietici si offrirono di ritirare i missili da Cuba se (a) ci fosse stata una garanzia americana che Cuba non sarebbe stata invasa in futuro e (b) se fossero stati ritirati i missili americani dall’Italia e dalla Turchia. All’inizio Khruscev menziono’ solo la condizione (a) mentre la condizione (b) venne aggiunta dopo.  I Sovietici si contentarono della condizione (a), e del tacito accordo che i missili Jupiter da Italia e Turchia sarebbero stati ritirati relativamente presto.

In particolare ricordiamo questo passaggio dal resoconto di Mc.Namara:

President Kennedy: “We’re not going to get these weapons out of Cuba, probably, anyway … I mean by negotiation … I don’t think there’s any doubt he’s not going to retreat now that he made that public, Tommy. He’s not going to take them out of Cuba.”

Llewellyn Thompson: “I don’t agree, Mr. President. I think there’s still a chance we can get this line going.”

President Kennedy: “He’ll back down?”

Llewellyn Thompson: “The important thing for Khrushchev, it seems to me, is to be able to say ‘I saved Cuba; I stopped an invasion,’ and he can get away with this, if he wants to, and he’s had a go at this Turkey thing, and that we’ll discuss later.”

President Kennedy: “Alright.”

I still quake when I read those lines. On the one hand, here was the president, with time running out, looking for a way to resolve the crisis peacefully but confused by the dual communications from Khrushchev. On the other was Tommy Thompson, a senior-level foreign service officer but, in terms of rank, one of the lowest-ranking members of the EXCOMM, advising the president. But so great was the president’s belief in Tommy’s expertise—his empathy with Khrushchev and the entire leadership in Moscow—that he put the question to Tommy, then and there, to vote it up or down. And Tommy proved to be exactly right. I thank God we had a president who was determined to find a way out of the crisis short of war and an adviser like Tommy,

Quindi la crisi di Cuba venne risolta senza una guerra nucleare (mondiale) per una serie di circostanze in larga parte fortuite, come ripete piu’ volte McNamara.

Ancora dal resoconto di McNamara apprendiamo (il riferimento qui alla conferenza dell’Havana del 1992 sulla crisi di Cuba):

But it wasn’t until nearly thirty years afterward that we learned, from General Gribkov’s testimony at a January 1992 conference here in this room in Havana, that the nuclear warheads for both tactical and strategic nuclear weapons had already reached Cuba before the quarantine line was established—162 nuclear warheads in all. If the president had gone ahead with the air strike and invasion of Cuba, the invasion forces almost surely would have been met by nuclear fire, requiring a nuclear response from the United States.

At the January 1992 Havana conference, we on the U.S. Side were shocked by this information. And so during that conference, I asked President Castro three questions:

1. Were you aware the nuclear war- heads were in Cuba?

2. If so, would you have recommended their use?

3. If the nuclear weapons had been used, what would have been the outcome for Cuba?

President Castro’s answer sent a chill down my spine. He replied:

Now, we started from the assumption that if there was an invasion of Cuba, nuclear war would erupt. We were certain of that … we would be forced to pay the price, that we would disappear…. Would I have been ready to use nuclear weapons? Yes, I would have agreed to the use of nuclear weapons

And where would the conflict have ended? The answer, I believe, is: in utter disaster, not only for Cuba, but for the Soviet Union, my own country, and the rest of the world as well.

Dopo la crisi di Cuba ci si rese conto (collettivamente) del rischio corso e si decise di prendere alcuni provvedimenti tra cui il piu’ importante fu l’installazione di una hot line tra Mosca e Washington che permettesse, in caso di crisi, la comunicazione immediata tra il presidente americano a Washington e il secretario del PCUS a Mosca (con un accord raggiunto a Ginevra il 20 Giugno del 1963). Subito dopo la crisi di Cuba inizio’ dunque una stagione in cui, tra contraddizioni, progressi, regressi si comincio’ a discutere di CONTROLLO DEGLI ARMAMENTI NUCLEARI. Un elenco generale dei trattati di controllo degli armament e’ visibile su https://www.armscontrol.org/treaties?page=2 dove ogni trattato e’ cliccabile.

Accanto al controllo/limitazione degli armament nucleari, la crisi di Cuba ha anche indotto le superpotenze a proporre meccanismi di limitazione del numero di Paesi che sono autorizzati a possedere armi nucleari. L’idea era ed e’ che se crisi come quelle di Cuba dovessero ripetersi per altri paesi, diversi da Stati Uniti e URSS, la “buona fortuna” che ci ha permesso di uscire indenni dalla crisi di Cuba, potrebbe non ripresentarsi piu’. Di conseguenza nel 1968 e’ stato proposto il trattato di Non Proliferazione (NPT = Non Proliferation Treaty) di cui discuteremo estensivamente piu’ avanti.  Ma la prima conseguenza dell’inizio della stagione di controllo degli armamenti, e’ stata la limitazione dei test nucleari che, tra l’altro, ha avuto un fondamentale effetto sulla limitazione dei gravissimi danni ambientali causati dalle esplosioni nucleari in atmosfera, a terra e sull’acqua.

Si veda : https://www.youtube.com/watch?v=3lrH7RtiobQ