Il primo fisico a sostenere la possibilità di una bomba a fusione fu Edward Teller, fisico coinvolto nel progetto Manhattan dalla sua creazione. Staccatosi dal gruppo di scienziati che lavorava sulla bomba al plutonio a implosione, già dalla primavera del 1944 aveva iniziato a dedicarsi al progetto di una bomba all’idrogeno, che aveva battezzato “Super”. Fino al 1949 i lavori di Teller non furono presi in grande considerazione dalla comunità degli scienziati, anche perché fino al 1945 impegnati nella costruzione delle bombe a fissione.
Il 3 settembre 1949 la marina statunitense rivelò tracce di cerio 141 e di ittrio 91 sui cieli del Giappone, ipotizzando che fossero il risultato di un esperimento condotto dall’Unione Sovietica. La conferma fu data il 19 settembre e a livello scientifico e istituzionale si pose il problema di come fronteggiare una potenza ormai avversa, in grado di produrre armi nucleari a fissione e probabilmente impegnata nella progettazione e realizzazione di bombe a fusione. I mesi succesivi furono ricchi di incontri tra fisici, politici, militari e rappresentanti di istituzioni coinvolte con organismi di controllo. Teller si mise all’opera per convincere i migliori fisici a dedicarsi al progetto della Super, anche se a partire da Fermi dovette registrare contrarietà o forti opposizioni. In un incontro alla presenza di Bethe avvenuto il 21 ottobre 1949 anche Oppenheimer, in modo non diretto, manifestò la sua perplessità attorno all’idea della Super. A quel tempo Teller non aveva nessuna certezza del fatto che la bomba a fusione potesse essere realizzata: non aveva ancora conoscenze specifiche né di tipo teorico né di tipo ingegneristico per la sua fabbricazione. Un primo ostacolo al progetto della Super fu posto da tre relazioni scritte per la maggior parte da Oppenheimer e Manley per la GAC (General Advisory Committe), un sotto gruppo dell’a Commissione per l’energia atomica (AEC). In queste si scoraggiava il supporto a tali ricerche, data l’enorme potenza che avrebbe sviluppato l’ordigno e nell’ottica di fermare, con questa opzione americana, l’arresto della ricerca nucleare in ambito militare. A livello governativo si scontrarono così due opzioni: pro o contro la bomba a fusione. Teller si era opposto all’idea di Oppenheimer di bloccare il progetto e fece di tutto per promuovere la sua Super. Viceversa, la maggior parte dei fisici si era detta contraria alla bomba a fusione, anche se gli eventi bellici di fine anni ’40 fecero cambiare idea a qualcuno di loro[1]. La controversia si risolse il 31 gennaio 1950 quando il presidente Truman ordinò all’AEC di intraprendere un programma per la realizzazione di una bomba a fusione, detta bomba H.
[1] Fu il caso di Bethe: inizialmente sulle posizioni di Oppenheimer, confluì nel gruppo di lavoro di Teller per la progettazione della bomba H, a seguito dei fatti di Corea.